La storia della Galleria
Nel 1822 Pietro Bazzanti rileva lo studio di scultura aperto nel 1815 da Luigi Bozzolini, l’ultimo discendente di una famiglia di ornatisti che fin dal Seicento avevano lavorato negli stessi locali per la Famiglia Corsini. Le prime testimonianze della Galleria Bazzanti ci arrivano dalle guide ottocentesche della città che la descrivono con un’ampia vetrina sul Lungarno e lo studio di scultura sul retro, con accesso da via del Parione. Nonostante gli archivi cartacei siano andati distrutti durante le alluvioni del 1844 e del 1966, un contratto per l’esecuzione di un monumento sepolcrale in Inghilterra, sottoscritto nel 1823, conferma che fin dall’inizio dell’attività Bazzanti ebbe commissioni anche dall’estero. A differenza di Pietro, formatosi a bottega, il figlio Niccolò si diplomava presso l’Accademia di Belle Arti seguendo i corsi tenuti dal Prof. Carradori.
Nel Novecento la Galleria ha avuto diversi proprietari ma è riuscita a superare crisi economiche e le due guerre mondiali. Il 1960, con l’acquisizione da parte della famiglia Marinelli, è l’anno della rinascita: la Galleria Bazzanti diventa lo showroom della Fonderia e alle opere in marmo si affiancano quelle in bronzo. Viene riaperto altrove lo studio di scultura e si sfruttano la notorietà e il successo delle fusioni Marinelli per rilanciare anche all’estero il nome della Galleria Bazzanti. Come la Fonderia, anche la Galleria torna ad essere un luogo di cultura, un punto di incontro per artisti e scultori che ha il grande merito di continuare a utilizzare e quindi di tenere vive le tecniche artigianali antiche della lavorazione artistica del marmo e delle pietre dure.
Niccolò Bazzanti fu tra i primi ad essere incluso, nel 1834, fra gli artisti chiamati a scolpire le statue per la serie dei 28 Uomini Illustri Toscani destinato al loggiato degli Uffizi. Gli fu chiesto di eseguire il bozzetto e nel 1842 terminò l’importante scultura che fu collocata nella prima nicchia del loggiato.