Donatello e il Putto nella scultura - Parte III
Donatello dal 1420 al 1440
Donato di Niccolò di Betto Bardi, detto Donatello, nasce a Firenze nel 1386. Ha una vita lunghissima, muore a Firenze nel 1466 all’età di 80 anni.
Venne educato nella casa dei Martelli, ricchissimi signori rinascimentali che avevano fatto i soldi come fabbricatori di armi alleatisi poi con la famiglia Medici. Era signorile ed elegante, ma ciò non gli proibì nel 1401 di picchiare e ferire gravemente a Pistoia un tedesco, tale Anichinus Pieri, per cui fu condannato.
Fu probabilmente a Pistoia che lavorò come apprendista orafo insieme al Brunelleschi per il grande altare d’argento per la cattedrale della città.
La frequentazione e l’amicizia col Brunelleschi fu molto importante per Donatello; infatti andarono insieme, dal 1402 al 1404, a Roma per studiare e disegnare l’arte romana antica. Nel 1404 era di nuovo a Firenze dove fino al 1407 lavorò come aiutante alla prima porta (nord) del Battistero fusa a cera persa dal Ghiberti. Dal 1406 lavorò insieme ad altre sculture per la città di Firenze, alla Porta della Mandorla del Duomo e successivamente con Jacopo della Quercia al fonte battesimale di Siena. E in Orsanmichele con Nanni di Banco. Ebbe modo quindi di assistere alla nascita della nuova tipologia del putto di tipo romano classico.
Tra il 1423 e il 1425 scolpì e fuse la statua di San Luigi di Tolosa commissionata dalla Parte Guelfa per una nicchia esterna di Orsanmichele (Museo dell’Opera di Santa Croce, Firenze).
Donatello pone in alto nell’architettura della nicchia di marmo due putti regginastro nel suo tipico stile a bassorilievo “stiacciato”, insieme ad altre testine di cherubini.
Donatello decora la parte alta del bastone pastorale del santo con delle nicchie da cui fuoriescono piccoli putti in piedi a tutto tondo che reggono degli stemmi; benché molto piccole, sono le prime statuette in bronzo del ‘400.
Nella Madonna col Bambino in braccio che siede sulle nuvole, in marmo eseguita tra il 1425 e il 1428, scolpisce nove putti-Eroti alati e seminudi in veste di angeli (in precedenza gli angeli erano vestiti pesantemente); sono scolpiti di scorcio con la sua tipica tecnica “allo stiacciato”, (Mus. Fine Arts Boston).
Anche in un altro bassorilievo in “stiacciato”, l’ascensione e la consegna delle chiavi a S. Pietro (Victoria & Albert Museum Londra) che si ritiene scolpito nello stesso periodo del precedente (1425-1428) sono presenti dei piccoli angeli-putti paffuti vestiti di velo. Quelli in alto sono classicheggianti,
quelli in basso, più adulti, hanno on po’ più le sembianze di angeli.
Gli angeli musicanti e danzanti e il banchetto di Erode fanno parte del Fonte battesimale del Battistero di Siena, eseguito in collaborazione tra Ghiberti, Jacopo della Quercia, Turino di Sano, Giovanni Turini e Donatello. Il Fonte è stato creato tra il 1416 e il 1427. Nel 1416 Ghiberti è a Siena, nel 1417 crea un modello in cui applicare alla base bassorilievi e figure a tutto tondo di bronzo. Due bassorilievi furono affidati al Ghiberti (Battesimo di Cristo e Cattura del Battista), due a Jacopo della Quercia (Cacciata di Zaccaria dal Tempio e il Banchetto di Erode), due a Turino di Sano insieme al figlio Giovanni Turini (La nascita del Battista e la Preghiera del Battista). Nel 1423 Jacopo non aveva ancora cominciato a modellare il banchetto di Erode, che fu allogato quindi a Donatello, insieme alle due statuette delle Virtù e due putti. Nel 1427 Ghiberti e Donatello consegnarono i loro bassorilievi, e Jacopo cominciò il suo. Nel 1428 fu allogato a Jacopo il completamento di tutto il Fonte.
Nel suo bassorilievo del Banchetto di Erode Donatello ha inserito le figure di due putti assolutamente classici con i vestiti di tipo antico, abbastanza discinti, impauriti e orripilati dallo spettacolo della testa di Giovanni sul piatto. È la prima volta che dei putti vengono inseriti nella scena drammatica e orribile della decapitazione del Battista.
Anche il motivo della gamba sinistra del putto in terra è di ispirazione classica, probabilmente tratto da qualche scultura antica o un urna cineraria Etrusca, come quella ai Musei Vaticani di Thana Helusnei.
Sulla sommità del Fonte c’erano in origine 6 putti a tutto tondo in bronzo, e ne sono rimasti quattro di cui due di Donatello, eseguiti nel 1429, e due di Turini eseguiti nel 1431. Dei donatelliani, uno suona il corno, l’altro balla e suona il tamburello (Museo Bode Berlino). Donatello ha creato qui il putto danzante che deriva dagli angeli (adulti) musicanti del medioevo. Sono i precursori dei putti delle cantorie di Firenze e di Prato. Hanno inoltre la caratteristica di essere autonomi, di essere cioè, una volta staccati dal Fonte, piccole statue che non necessitano di nessuno sfondo per esistere, e che anticipano le più grandi sculture a tutto tondo del rinascimento. Stanno in piedi su una conchiglia circondata da una corona, simboli di nascita (il battesimo) e di vittoria (sulla morte).
L’antipapa Baldassarre Coscia Giovanni XXIII eletto nel 1410 morì a Firenze nel 1419. Donatello e Michelozzo progettarono e costruirono la tomba posta all’interno del Battistero di Firenze.
Sulla base su cui poggia il sarcofago sono scolpiti in bassorilievo due putti alati nudi che reggono una pergamena con una scritta.
L’uso di putti pagani nella tomba di un papa ci fa capire come all’inizio del ‘400 la figura del putto-Erote si fosse serenamente ri-cristianizzata.