David del Bernini
Pietro Bernini era nato a Sesto Fiorentino nel 1562.
Pietro Bernini
Imparò a scolpire alla bottega del fiorentino Ridolfo Sirigatti, ed a dipingere in quella a Roma del Cavalier d’Arpino, noto manierista.
Cavalier d’Arpino, autoritratto, 1640
Nel 1596 fu chiamato dal viceré di Napoli per scolpire delle figure per la Certosa di San Martino. E fu a Napoli che nel 1598 sua moglie Angelica Galante dette la luce a Gian Lorenzo.
Gian Lorenzo Bernini, Autoritratto Uffizi |
Gian Lorenzo Bernini, autoritratto, 1625, Ashmolean Museum, Oxford |
Gian Lorenzo Bernini, Autoritratto, Galleria Borghese |
Ma nel 1606 Pietro venne chiamato dal Papa Paolo V per il cantiere della Cappella Paolina in Santa Maria Maggiore a Roma, dove si trasferì con la moglie e col figlio Gian Lorenzo, che già in giovane età faceva da garzone di bottega del padre.
Papa Paolo V Borghese, Caravaggio, 1606, Palazzo Borghese |
Cappella Paolina, Santa Maria Maggiore a Roma |
Gian Lorenzo e Pietro a Roma
Roma era in quei primi decenni del ‘600 un punto di riferimento in pittura e in scultura per la nascente arte barocca, arte in cui Caravaggio aveva aperto un nuovo stile narrativo e figurativo creando personaggi vivi e realistici ispirandosi ai popolani, giocando in maniera eccezionale e nuova con luce e oscurità.
Caravaggio, Giuditta e Oloferne, 1602, Galleria Nazionale d’Arte Antica, Palazzo Barberini
Ma presto, già nel 1609, Gian Lorenzo Bernini iniziava a lavorare sui marmi che il padre Pietro scolpiva, che diventavano sempre più opere eseguite a quattro mani, dimostrando un talento inverosimile per la sua età; celebre il gruppo del Fauno con Cupidi che rimase a casa di Gian Lorenzo per molti anni dopo la sua morte. In quest’opera è ancora visibile l’impronta manieristica cinquecentesca dovuta alla mano di Pietro, così come l’ispirazione presa guardando Michelangelo nella composizione e nella morbidezza delle forme e della superficie, ma con nuove pose e nuovi movimenti dei corpi.
Pietro e Gian Lorenzo Bernini, Fauno con Cupidi, Metropolitan Museum, New York |
Pietro e Gian Lorenzo Bernini, Fauno con Cupidi, Metropolitan Museum, New York, dettaglio |
Pietro e Gian Lorenzo Bernini, Fauno con Cupidi, Metropolitan Museum, New York, dettaglio |
Pietro e Gian Lorenzo Bernini, Fauno con Cupidi, Metropolitan Museum, New York, dettaglio |
Il padre Pietro fece conoscere Gian Lorenzo Bernini al cardinale fiorentino Maffeo Barberini, Papa Urbano VIII, per cui Gian Lorenzo eseguì tra il 1617 e il 1618 delle figure per la Cappella di famiglia in Sant’Andrea della valle a Roma.
Gian Lorenzo Bernini, ritratto del papa Urbano VIII, 1632, Galleria Nazionale d’Arte Antica, Roma |
Gian Lorenzo Bernini, Busto del Papa Urbano VIII Barberini, bronzo, 1658, Louvre |
Gian Lorenzo incontra il Cardinale Borghese
Ma è con il cardinal nipote Scipione Borghese che Gian Lorenzo Bernini ebbe la possibilità di esprimere tutta la sua potenza e abilità; non ancora ventenne si accinse a scolpire il grande gruppo di Enea, Anchise e Ascanio in fuga da Troia.
Cardinale Scipione Borghese, Ottavio Leoni, Museo Fesch, Ajaccio |
Gian Lorenzo Bernini, Enea, Anchise e Ascanio in fuga da Troia, 1619, Galleria Borghese |
Gian Lorenzo Bernini, Enea, Anchise e Ascanio in fuga da Troia, dettaglio, 1619, Galleria Borghese |
E nel 1621, sempre per il cardinale Borghese, eseguiva il notissimo gruppo del Ratto di Proserpina, che il cardinale donò poco dopo a Ludovico Ludovisi nipote del nuovo papa Gregorio XV. Con questo gruppo il Bernini evidenzia la sua grande abilità nello scolpire gruppi di figure in movimento e in pose complesse.
Gian Lorenzo Bernini, Ratto di Proserpina, 1622, Galleria Borghese, Roma |
Gian Lorenzo Bernini, Ratto di Proserpina, 1622, Galleria Borghese, Roma (dettaglio) |
Cardinale Ludovico Ludovisi, Ottavio Leoni, 1621, Budapest |
Papa Gregorio XV, Guercino, 1622, Getty Center, Los Angeles |
Il Cardinale Montalto, nipote di Sisto V, entusiasta delle opere del Bernini nel 1623 gli commissionò il proprio ritratto e contemporaneamente la celebre statua del David; ma non riuscì a vederla finita perché prima che fosse completata morì. Intervenne immediatamente Scipione Borghese che rilevò l’ordine riuscendo ad avere così un’altra opera berninana per la sua villa.
Gian Lorenzo Bernini, busto del Cardinale Montalto, 1623, Amburgo |
Gian Lorenzo Bernini, David, 1624, Galleria Borghese, Roma |
Gian Lorenzo e il suo David
Bernini, ha scelto, per questo suo capolavoro, il momento di altissima tensione in cui David sta per lanciare la pietra sulla testa del gigante Golia e non nel momento del trionfo dopo che Golia è stato decapitato, come avviene per i due bronzi di Donatello e del Verrocchio; né prima dello scontro, come in Michelangelo, dove il David è concentrato prima del lancio. Per tutte e tre queste figure rinascimentali precedenti è stata scelta un a posa statica e ieratica.
Il Bernini ha invece potuto così evidenziare nella torsione del busto del suo eroe tutta la tensione e lo sforzo del tiro, che si esprime anche con le ciglia aggrottate e nel suo stringere con forza le labbra. A terra è l’armatura che lo impacciava e che si è tolto prima del lancio.
Donatello, David, metà ‘400, Museo del Bargello |
Verrocchio, Donatello, 1475, Museo del Bargello |
Michelangelo, David, 1504, Galleria dell’Accademia |
Gian Lorenzo Bernini, David, Galleria Borghese |
Gian Lorenzo Bernini, David, Galleria Borghese |
Gian Lorenzo Bernini, David, Galleria Borghese, dettaglio |
Gian Lorenzo Bernini, David, Galleria Borghese, dettaglio |
Fusione postuma in bronzo a cera persa della Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli su calco originale per la Galleria Pietro Bazzanti & Figlio di Firenze.
Col suo David il Bernini riesce per la prima volta a far provare allo spettatore sorpresa e paura, a coinvolgerlo quasi fosse presente alla sfida e all’azione di abbattere il gigante Golia, a rendere drammaticamente vivo l’eroe biblico.
Il Re Sole e Mussolini
Su richiesta di Benito Mussolini per la sua collezione privata il Museo del Louvre si rivolse alla Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli per avere la replica in bronzo del bozzetto che il Bernini eseguì nel 1678 per il Monumento equestre di Luigi XIV; il bozzetto fu portato in Fonderia dove venne eseguito il calco negativo ed una fusione postuma in bronzo a cera persa. Dopo la guerra la fusione è tornata al Louvre.
Bozzetto in terracotta di Gian Lorenzo Bernini per il Monumento equestre di Luigi XIV |
Fusione postuma della Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli del bozzetto in terracotta di Gian Lorenzo Bernini per il Monumento equestre di Luigi XIV, Museo del Louvre |
Fusione postuma in bronzo a cera persa della Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli su calco originale per la Galleria Pietro Bazzanti di Firenze