Il David di Donatello
Fu Cosimo dei Medici il Vecchio che intorno al 1440 commissionò a Donatello la statua di bronzo del David fusa a cera persa.
Nel 1420 suo padre Giovanni di Bicci dei Medici, fondatore del Banco dei Medici e grande mecenate d’ arte di Firenze, lasciò la gestione delle sue attività a Cosimo dei Medici il Vecchio, che abile quanto o di più del padre, allargò enormemente il giro di affari aprendo filiali del Banco mediceo in gran parte d’ Europa. Politicamente accorto, riuscì a farsi benvolere dall’ antipapa Giovanni XXIII, e il papa Martino V che lo sostituì nel 1417, richiese un grosso prestito dal Banco dei Medici, e Cosimo glielo concesse: l’ amicizia col papa in carica era importantissima per il Banco mediceo.
Giovanni di Bicci, Cristofano dell’ Altissimo, 1562, Uffizi | Cosimo dei Medici il Vecchio, Pontormo, 1520, Uffizi | Papa Martino V, copia da Pisanello, Palazzo Colonna, Roma |
Alla morte del padre Giovanni di Bicci nel 1429 Cosimo riuscì a creare nel governo della città un partito filomediceo nemico della fazione oligarchica capeggiata dagli Albizi tramite alleanze e matrimoni con le grandi famiglie come i Tornabuoni, i Salviati, i Bardi, i Cavalcanti. Riuscì ad apparire favorevole al popolo mentre contemporaneamente trasformava la famiglia Medici da nuovi ricchi a facenti parte dell’aristocrazia.
Non essendo riuscito nel 1430 il governo oligarchico della Repubblica fiorentina a far esiliare Cosimo da Firenze con vari pretesti, per l’opposizione di Niccolò da Uzzano, quando l’Uzzano morì nel 1433 riuscirono a far incarcerare Cosimo incolpandolo di voler diventare dittatore di Firenze.
Cosimo dei Medici il Vecchio, Pontormo, 1520, Uffizi
In prigione era isolato, ma corruppe il guardiano Federico Malavolti che gli permise di avvertire il suo partito il quale organizzò una sollevazione di popolo, e il governo oligarchico di Rinaldo degli Albizi fu costretto a farlo uscire condannandolo all’ esilio dalla città.
Cosimo con uno stuolo di amici e servitori si fermò a Venezia, dove visse da gran signore, controllando e dirigendo il governo di Firenze: nel 1434 fece nominare un gruppo di governanti filomedicei che lo fecero richiamare a Firenze; Cosimo a sua volta fece esiliare i suoi nemici.
Era dal Palazzo Medici di via Larga, progettato da Michelozzo, che gestiva la politica cittadina, taglieggiando con il fisco i suoi nemici e assicurandosi sempre che nel governo di Firenze ci fosse la maggioranza di uomini di sua stretta fiducia.
Palazzo Medici, Michelozzo, prima dell’ allargamento dei Riccardi, 1684, Del Migliore, Firenze città nobilissima
Palazzo Medici, Michelozzo, metà del ‘400 circa, con la parte destra allargata successivamente di due portali dai Riccardi
Il David bronzeo venne modellato e fuso in bronzo a cera persa da Donatello intorno al 1435-1440, prima che l’ artista venisse chiamato nel 1443 a Padova a scolpire il Cristo e i bassorilievi per l’ altare della Basilica di S. Antonio a Padova e poi il monumento al Gattamelata.
Ritratto di Donatello, Paolo Uccello, Louvre
David di Donatello
Si presume che venisse posto nella sala grande al primo piano (piano nobile) e nel 1457 (o comunque prima della venuta a Firenze nel 1459 di Galeazzo Maria Sforza ospitato nel Palazzo e di papa Pio II Piccolomini) sia stato portato nel cortile del Palazzo Medici, che Cosimo stava arredando, e messo al centro, sopra un’ colonna di porfido rosso probabilmente romana di recupero e riadattata, a sua volta appoggiata su una base di marmo bianco scolpita da Desiderio da Settignano con quattro arpie agli angoli. Nel David la spessa corona bronzea di foglie di quercia alla base incorniciava l’ appoggio del bronzo al marmo della colonna.
Una ricostruzione della base è stata fatta in vetroresina dal Museo del Bargello ed è quella qui rappresentata nelle fotografie
Galeazzo Maria Sforza, Piero del Pollaiolo, 1471, Uffizi
Papa Pio II Piccolomini, Pinturicchio, seconda metà del ‘400
Base ricostruita in vetroresina dal Museo del Bargello per l’esposizione al Bargello del Donatello originale restaurato nel novembre 2008
Bargello, foto di replica del David di Donatello della Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli sulla base ricostruita in vetroresina dal Museo del Bargello per l’esposizione al Bargello dell’ originale restaurato nel novembre 2008
Bargello, foto di replica del David di Donatello della Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli sulla base ricostruita in vetroresina dal Museo del Bargello per l’esposizione al Bargello dell’ originale restaurato nel novembre 2008
L’ altezza di circa 160 cm del bronzo insieme a quella della base permetteva di raggiungere un’ altezza totale di circa 3,5 metri. Ed infatti l’ opera è stata creata per esser guardata dal basso. Gentile Becchi, educatore che abitava nel Palazzo Medici, dettò un’ iscrizione epigrafica che accompagnava il David:
“Victor est quisquis patriam tuetur. / Frangit immanis Deus hostis iras. / En puer grandem domuit tiramnum./ Vincite cives!”
“Chiunque difende la patria è destinato a vincere, / poiché Dio rompe i furiosi propositi del più spaventevole tra i nemici. / Ecco il fanciullo che ha sconfitto un enorme tiranno. Cittadini, alla vittoria!” (Caglioti 2000, p. 205);
l’ epigrafe rende il David un simbolo eroico di grande forza politica oltre che morale. Col portone del palazzo aperto era visibile da tutti quelli che vi passavano davanti (come sottolineava Marco Parenti in una sua lettera del 1469 dove descrive il matrimonio di Lorenzo il Magnifico con Clarice Orsini inviata a Filippo Strozzi a Napoli).
Quando nel 1495 i Medici furono cacciati da Firenze, la Repubblica Fiorentina che aveva requisito le abitazioni della famiglia, si impossessarono delle loro opere d’ arte del Palazzo Medici tra cui il David di Donatello, che trasferirono nel cortile del Palazzo dei Priori.
Nel 1511 il David fu colpito da un fulmine, e da quel momento in poi apparve e disparve dal cortile di Palazzo Vecchio: nel 1555, quando il Duca Cosimo I con la famiglia abitava in Palazzo vecchio, il David fu tolto dal cortile e fu chiuso in un deposito; venne sostituito dal Putto col Delfino eseguito in bronzo dal Verrocchio prelevato dalla villa medicea di Careggi, e venne posto sulla fontana in porfido creata da Francesco del Tadda al centro del cortile.
Il David riapparve con la sua colonna di base nel cortile nel 1570 in una nicchia del portico est, ma nel 1592 fu nuovamente tolto e sostituito da Sansone sul Filisteo di Pierino da Vinci.
Fino la 1638 non sappiamo dove sia stato, anno in cui compare, secondo inventari di palazzo Pitti, nella Sala Bianca. Riappare poi quando viene trasferito nel 1778 nella galleria degli Uffizi.
Finalmente nel 1865 viene ospitato al Bargello, trasformato in Museo Nazionale e qui si ferma.
Il David è un giovane nudo con un piede sulla testa tagliata del Gigante Golia. Il corpo nudo è ostentato in atteggiamento da vincitore; indossa un cappello con tesa simile a quello di Mercurio con corona d’ alloro e un puntale per un pennacchio andato perduto; ai piedi ha calzari di tipo antico, nella mano destra tiene una larga spada a punta piatta che appoggia sull’ elmo di Golia, nella sinistra il sasso da fionda. Golia ha un elmo alato dove appare sul lato a vista un bassorilievo. La spada di David indica proprio il piccolo bassorilievo che quindi probabilmente evidenzia la “morale” dell’ intera scultura. Rappresenta un carro trainato da due putti alati e nudi; sul carro è intronata una figura senza ali che riceve regali da altri due putti alati; dietro il trono appare un personaggio nudo e grasso senza ali che ha dietro, ai piedi, un’ anfora. La scena sembra tratta da un’ antica gemma romana, probabilmente della collezione dei Medici; probabile che la figura seduta sia Bacco accompagnato da Sileno, e che il putto alato gli stia offrendo una coppa di vino. Essendo sull’ elmo di Golia, potrebbe essere la rappresentazione dell’ incontinenza, superbia e arroganza, vizi associati a Golia (e ai tirannici nemici di Firenze) vinti dalla virtù del David (la Repubblica di Firenze, criptogestita da Cosimo).
David di Donatello
David di Donatello, particolare del copricapo | David di Donatello, particolare del calzare |
David di Donatello, particolare della mano destra con la spada
David di Donatello, particolare della mano sinistra col sasso | David di Donatello, particolare della testa di Golia |
Che fosse posto in alto, sopra alla colonna è provato da molti particolari: ha la testa e lo sguardo rivolti verso il basso, unico modo per riuscire a vedergli il volto, ma anche da una serie di irregolarità anatomiche, come le scapole e i glutei scesi nel fondoschiena spianato e poi spezzati e in tutte le articolazioni spigolose che Donatello ha eseguito come correzione ottica per la collocazione in alto della statua, la forte rotazione della testa di Golia per rendere visibile la placchetta coi puttini, molte parti non rifinite che sarebbero state nascoste dalla ghirlanda sporgente sulla base. Confrontando l’ impressione del David ad altezza d’ uomo con lo stesso posto in alto, cambia completamente l’ imponenza e il vigore del personaggio e il significato della testa con elmo di Golia.
David di Donatello, particolare
David di Donatello, prima del restauro | David di Donatello, dopo il restauro |
Certo che il David, che era stato commissionato da un privato, sarebbe stato esposto così in alto in una casa privata, Donatello per la prima volta scolpì il David nudo. L’ età fanciullesca, la sua santità, umiltà e eroicità di guerriero avrebbero evitato a Donatello e alla committenza ogni sospetto di eterodossia. Donatello si era inoltre ispirato alla scultura classica, quasi sempre nuda. Solo dopo qualche generazione, con Michelangelo, apparve un’ altro David completamente nudo.
Il David è una delle fusioni tecnicamente meno riuscite: presenta molti tasselli incassati a freddo per correggere le mancanze, presenta varie crepe, parti che durante la fusione non sono state raggiunte dal bronzo, necessità di rifusione per ricostruire parti non venute (ben visibile è la calotta del cappello, la parte posteriore dell’ elmo di Golia, parte della ghirlanda di base, mancanza di fusione sotto il mento). I molti spostamenti della statua hanno causato altri danni probabilmente anche per delle cadute, come la rottura e la perdita di una ciocca di capelli sulla spalla sinistra.
David di Donatello, particolare
David di Donatello, particolare
David di Donatello, particolare
In una lettera di Gentile Becchi precettore in casa Medici e amico di Lorenzo il Magnifico appare un giudizio calzante sul tipo di lavoro di Donatello:
…Contende la magnificentia con l’ utilità, l’ utilità chol p[iacere] et novità… ma perché l’ oficio mio con Voi è asuto più riprendere che lodare, un [man]camento vi viddi, et questo è quello hebbe Donatello et qualunque ha più inventio[n]e [e sa] bozzare più che finire, ordire più che essere patiente a tessere. (ASF, Mediceo avanti il Principato, XXXVII, 489)
E infatti Donatello curava l’ effetto finale delle sue sculture perché dessero allo spettatore l’ effetto che aveva voluto, senza perdere troppo tempo nei dettagli e nelle rifiniture, perché riteneva la superficie scabra e non finita avrebbe dato maggiore forza e espressività alle sue opere.
Un particolare molto interessante è il lavoro di sgraffiatura a freddo di gran parte della superficie della scultura, probabilmente per limitarne i riflessi.
David di Donatello, particolare
David di Donatello, particolare
David di Donatello, particolare
David di Donatello, particolare
I capelli, risparmiati dalla pioggia grazie alla visiera del cappello, ci dicono che in molte parti Donatello aveva lumeggiato a foglia d’ oro (a missione) alcune parti dell’ opera, come ha fatto per esempio nell’ Attis.
David di Donatello, particolare
Attis di Donatello, particolare