La Chimera Etrusca
Nel 1553 ad Arezzo, durante gli scavi per le fondazioni della fortezza medicea, si rinvenne un bronzo di uno strano animale con la testa di leone, il corpo di pantera e con una testa di capra appiccicata sul dorso, come scrisse il Vasari. Fu subito riconosciuta come la mitologica Chimera, e fu portata in Palazzo Vecchio a Firenze per volere di Cosimo I de’ Medici che la aggiunse alla sua collezione di antichità, poi trasferita in palazzo Pitti. Continuando i lavori della fortezza medicea di Arezzo venne rinvenuta anche la coda, terminante con la testa di serpente, e che solo nel ‘600, con un restauro grossolano, fu applicata al corpo, ma in posizione sbagliata.
Più tardi, nel ‘700 fu portata nella Galleria degli Uffizi, e finalmente nel palazzo che diventerà alla fine dell’ 800 il Museo Archeologico di Firenze dove è stata inventariata col n. 1.
Si tratta di una fusione in bronzo etrusca del IV secolo a.C., sulla gamba destra appare un’iscrizione etrusca dedicatoria al dio Tinia.
Gli identici
Più volte questo magnifico bronzo è stato richiesto per essere esposto sia in mostre che musei di varie parti del mondo hanno allestito. Ed è nato un serio problema: se nel trasporto per nave o per aereo l’originale va perduto come si fa? Perdere un tale capolavoro sarebbe una tragedia ed un delitto. È nato quindi da parte della Soprintendenza Archeologica il progetto degli “identici”, la creazione cioè di repliche assolutamente identiche di questi bronzi, da inviare alle varie mostre e tenere l’originale nel Museo.
Il calco sull'originale
Il Museo archeologico di Firenze ha quindi contattato attraverso la Galleria Bazzanti la Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli, per iniziare a parlare della possibilità di eseguire un calco negativo non solo sulla Chimera Etrusca, ma anche su altri due bronzi etruschi del Museo: la Minerva Etrusca, e l’Idolino, per poi fondere gli identici. Constatata la capacità e la qualità lavorativa della fonderia, ha dato l’incarico.
I nostri tecnici hanno raggiunto i laboratori della Soprintendenza Archeologica ed hanno iniziato ad eseguire, con estrema attenzione, il calco della Chimera in gomma siliconica e madreforma in gesso.
Dal calco, trasportato con cura in fonderia, hanno ottenute e ritoccate le cere a cui hanno applicato le colate, eseguita e lavorata la fusione, assemblate e saldate le parti.
L’“identico” della Chimera è stata esposta al Museo Archeologico, ed è stata inviata poi all’esposizione “Seduzione Etrusca. Dai segreti di Holkham Hall alle meraviglie del British Museum”.
Gli amici della Chimera
Ferdinando Marinelli, titolare della Fonderia Artistica, è stato poi invitato al Museo Archeologico di Firenze a tenere una breve conferenza sugli “Identici” agli addetti ai lavori.
In quell’occasione è nato anche il gruppo “Gli Amici della Chimera” con sede al Museo Archeologico di Firenze.